Come scegliere casco antinfortunistico: consigli utili

Il casco di protezione, che viene spesso chiamato anche con il termine di elemento di sicurezza piuttosto che casco antinfortunistico, si può considerare uno di quegli elementi di cui non si può davvero fare a meno per garantire la sicurezza del lavoratore sul luogo in cui opera quotidianamente.

L’obiettivo è quello di evitare tutti quegli urti che potrebbero cagionare dei danni al lavoratore. Per questo motivo, non si deve pensare a questo casco come ad un elemento fondamentale solo nei lavori più pericolosi, dato che ad esempio viene usato spesso e volentieri anche nell’ambito del bricolage.

Il casco antinfortunistico rappresenta un DPI, ovvero un dispositivo di protezione individuale, che ha la funzione di garantire la massima protezione rispetto alla caduta di oggetti piuttosto che alle schegge, senza dimenticare la possibilità di evitare di entrare a contatto diretto con delle componenti pericolose di materiali in uso.

Da notare che, per l’acquisto, il canale online è sempre più usato, anche grazie alla presenza di piattaforme valide e complete come EuroHatria.

Quando si usa

Specialmente in ambiti lavorativi come le miniere, piuttosto che il settore edile, ecco che il casco di protezione è diventato, con il passare del tempo, un elemento obbligatorio. Anche nel caso in cui, però, non ci sia un’imposizione di indossarlo, è sempre meglio fare la scelta giusta pensando alla propria salute, stando lontani da qualsiasi tipo di rischio. La valutazione dei pericoli è qualcosa che non va affatto sottovalutato.

Le varie tipologie

I caschi di protezione risultano garantire la massima efficienza contro i rischi di caduta e sul mercato ne sono state sviluppate varie tipologie.

Come si può facilmente intuire, i vari modelli si distinguono soprattutto in base all’attività che deve svolgere il lavoratore. Tra le diverse tipologie di caschi di sicurezza troviamo quello di protezione standard, quello di protezione ad elevate prestazioni, quello forestale, quello di protezione dotato di isolamento elettrico e, infine, quello antiurto.

Partendo proprio dall’ultimo modello, si tratta di un prodotto piuttosto semplice, visto che è stato realizzato soprattutto per poter compiere dei lavori domestici in totale tranquillità, ma viene usato in alcuni casi anche in ambito industriale. La protezione è garantita contro dei rischi non troppo elevati ed è chiaro come si tratti di un casco da utilizzare in situazioni in prevalenza sicure.

Da notare anche come venga realizzato in conformità a quanto previsto dalle norme UNI EN 82 e può vantare la marcatura CE.

Il casco di protezione standard, invece, è una soluzione più classica, che si può rivenire molto facilmente nei cantieri, piuttosto che nelle officine.

Tra le principali caratteristiche troviamo la presenza di un’apposita calotta di protezione oltre che di una bardatura. Si tratta di una soluzione pensata appositamente per l’assorbimento degli urti e garantire la difesa del cranio rispetto alle cadute e a tanti oggetti dalla forma appuntita. Bisogna ribadire la necessaria conformità rispetto alla norma UNI EN 397.

Il casco forestale si può considerare un casco di sicurezza differente rispetto a tutti gli altri modelli. Infatti, sono diversi gli aspetti che divergono, in primis dagli elementi che lo caratterizzano fino ad arrivare anche alla sua utilità.

Si tratta di un copricapo di protezione che viene impiegato ovviamente nello svolgimento delle varie attività forestali.

Queste ultime prevedono spesso la necessità di usare degli attrezzi particolari, come ad esempio la motosega. In questo caso, ecco che il casco forestale riesce a garantire un’ottima protezione rispetto agli occhi, alla testa, ma più in generale al viso, evitando che delle schegge possano finire negli occhi e riparando anche dal rumore eccessivo dell’attrezzo.

Il casco di protezione dotato di isolamento elettrico, invece, riesce a garantire un’ottima copertura contro tutti quei potenziali incidenti derivanti dall’esposizione alla corrente elettrica, fino a un tetto massimo pari a 440 Volt.

Da notare come rispetti quanto previsto dalla normativa UNI EN 397.

 

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