Albi professionali, nelle professioni sanitarie ora sono ben 17

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Albi professionali professioni sanitarie ora sono ben 17

In Italia le leggi dello Stato impongono l’iscrizione all’albo professionale per esercitare una specifica attività. In particolare è obbligatoria l’appartenenza all’albo per quegli impieghi che sono a diretto contatto con la sicurezza e la salute del cittadino.

In Italia esistono una trentina di albi professionali a cui si accede, solitamente, mediante il possesso di uno specifico titolo di studio, unito ad un eventuale periodo di praticantato, al superamento di un apposito esame di stato e al possesso di determinati requisiti morali, come avere la fedina penale immacolata.

Gli iscritti ad un albo sono riconosciuti come professionisti che svolgono attività ad elevato contenuto intellettuale e hanno spesso dei vantaggi anche sul piano previdenziale. L’iscrizione all’albo è fondamentale soprattutto per chi intende svolgere la libera professione, in quanto consente di firmare progetti, perizie, consulenze, certificazioni.

Nella maggior parte dei casi gli albi professionali sono accessibili su internet sui siti istituzionali degli ordini professionali e sono costituiti da un elenco cartaceo e da una banca dati informatizzata degli iscritti.

Gli albi professionali sono aggiornati sistematicamente dagli ordini professionali che salvaguardano l’attività svolta dai professionisti e rappresentano l’organismo di autogestione di una professione.

Nelle scorse ore ad essere aggiornati sono però stati proprio gli ordini professionali in sé: è stato infatti firmato dal Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, il primo decreto attuativo della ‘legge Lorenzin’, la n. 3 del 2018, meglio conosciuta come la legge che ha riformato il sistema ordinistico delle professioni sanitarie in Italia.

Si tratta del decreto che istituisce gli albi delle 17 professioni sanitarie, fino ad oggi regolamentate e non ordinate, che entreranno a far parte dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Ora quindi c’è il tecnico audiometrista e il tecnico audioprotesista. C’è il tecnico sanitario di laboratorio biomedico, il tecnico ortopedico, il dietista, il tecnico di neurofisiopatologia, l’igienista dentale, il fisioterapia, il tecnico fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, il logopedista, il podologo, l’educatore professionale, il terapista occupazionale, il tecnico della riabilitazione psichiatrica, il terapista della psicomotricità durante l’età evolutiva, l’assistente di oftalmologia e infine, la diciassettesima professione che adesso è un vero e proprio albo, è il tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro e nell’ambiente.

Buone notizie quindi per circa 200 mila persone che lavorano nei settori coinvolti. In questo modo il ruolo del singolo professionista in Italia viene valorizzato e il cittadino viene tutelato, perché può rivolgersi in modo sicuro ai professionisti di riferimento per i consulti e le prestazioni.

Al fine di garantire che le nuove procedure rispondano pienamente alle effettive esigenze delle Federazioni e degli Ordini provinciali di tutte le professioni sanitarie a cui sono rivolte, il testo del decreto è stato definito con la collaborazione fattiva delle Federazioni nazionali: dei Medici e degli Odontoiatri (Fnomceo); dei Farmacisti (Fofi); dei Veterinari; degli Infermieri (Fnopi); delle Ostetriche e dei Tecnici di radiologia medica, delle professioni sanitarie, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

“Un traguardo, atteso da dodici anni, che rappresenta un altro tassello di riforma per tutto il sistema sanitario nell’ottica di una sempre maggiore valorizzazione del ruolo delle professioni sanitarie- si legge in una nota- e contestualmente di una migliore tutela del diritto alla salute dei cittadini”.