Licenziarsi perché il lavoro non piace, conviene?
licenziarsi perche il lavoro non piace

Licenziarsi perché il lavoro non piace, davvero conviene oggi?

La questione è vecchia come il cucco, con qualche piccola variante nel presente. Si può tentare di cambiare lavoro con una certa tranquillità? Diciamo che la cosa è molto delicata; forse non complessa, ma senz’altro delicata, perché ovviamente ne va della nostra vita e della nostra tranquillità.

Non c’è dubbio che ognuno di noi è una persona diversa, e vive le varie fasi della vita secondo la propria soggettività, il proprio carattere. Ma esistono anche condizioni di vita, di lavoro, familiari, oggettive insomma, che contribuiscono in maniera determinante a fare delle scelte.

La prima cosa che viene in mente è proprio questa: siamo abbastanza determinati e convinti per fare una scelta così importante come cambiare un lavoro, magari anche molto diverso da quello che facevamo in precedenza? Se sì, la strada è in discesa; se no, le cose diventano più complicate ed entrano in ballo tanti elementi da valutare con attenzione.

Intanto la nostra determinazione non deve scontrarsi troppo frontalmente con la razionalità e la ragionevolezza: se decidiamo di fare gli astronauti a sessanta anni, non possiamo certo lamentarci se non riusciamo nell’impresa. Se abbiamo 30 o 40 anni, anche in forza di un’energia mentale, oltre che fisica, presumibilmente superiore, possiamo affrontare il problema con molta più tranquillità.

Il fatto è che in questi anni la crisi economico-finananziaria che ci sta attanagliando, in linea generale sconsiglia di cambiare lavoro, semplicemente perché trovarne un altro non è facile. Per essere più chiari: non siamo negli Stati Uniti di America dove capita spesso che un avvocato decida di smettere con la professione e aprire qualche pizzeria.

licenziarsi perche il lavoro non piace

Negli States, com’è noto, il tasso di disoccupazione è a circa il 5%, cioè a livello fisiologico. Questo sostanzialmente significa che chi vuole lavorare lo fa, e chi non vuole se ne resta in panciolle. Se una persona decide quindi di abbandonare un lavoro o una professione, ha buone possibilità di trovarne un altro. In Europa, e segnatamente in Italia, le cose stanno diversamente. Se si lascia un lavoro, si deve avere la ragionevole certezza di trovarne un altro; meglio ancora, se si lascia un lavoro ce ne deve essere un altro dietro l’angolo.

Quando si decide di cambiare lavoro, intanto dobbiamo farci anche due conti economici realistici. Ad esempio, se passiamo da un lavoro dipendente, magari a tempo indeterminato, a un lavoro di tipo libero professionale, bisogna considerare che non avremo più uno stipendio fisso, e nemmeno tredicesima e quattordicesima, e neppure più i giorni di malattia pagati.

Insomma, c’è uno stravolgimento del concetto di lavoro, con anche un conseguente cambiamento di mentalità. Certo, magari non si timbra più il cartellino, ma forse un certo importante appuntamento di lavoro non è rimandabile con facilità, perché possiamo e dobbiamo andarci solo noi e non un collega. Oppure, passando da un lavoro dipendente a uno privato, dobbiamo fare i conti con tutto un altro regime di contabilità fiscale del quale non avevamo contezza.

A moltissime persone il proprio lavoro non piace, ma magari è retribuito bene o in maniera sufficiente per le nostre esigenze. Teniamo poi ancora conto del fatto che, normalmente, nel passaggio da un lavoro all’altro, oltre a una fase di rodaggio che può essere più o meno lunga, ci possono anche essere dei periodi dove non esistono introiti, ma solo spese.

Facciamo un esempio. Se una persona decide di dimettersi da impiegato del Comune per aprire un’azienda di informatica, si deve sapere che, prima che l’azienda vada a regime e si passi dalla fase delle spese (o perdite) a quella degli attivi (e quindi ai guadagni) passa sicuramente qualche anno.

Ciò naturalmente non significa scoraggiare le persone, ma che bisogna ponderare con molta attenzione scelte di questo tipo. Se il lavoro non ci piace, possiamo dimetterci, ma bisogna avere ben chiare le idee sulle alternative.

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