Vaccini e certificati falsi, a Como i Nas nelle scuole
Vaccini e certificati falsi a Como i Nas nelle scuole

Vaccini, a Como arrivano i Nas contro le false autocertificazioni nelle scuole.

Attenzione che adesso arrivano i Nas per le verifiche sulle eventuali false autocertificazioni riguardanti vaccinazioni necessarie per accedere alle scuole. Quando ancora si sta discutendo sull’obbligatorietà e l’elasticità del sistema vaccinazioni, rimane un fatto particolarmente importante sul quale forse non si è riflettuto abbastanza: la forte probabilità dell’esistenza di false certificazioni.

In effetti, i Carabinieri stanno conducendo dei controlli a campione, che probabilmente saranno estesi in tutta Italia. All’Istituto comprensivo di Como Centro Città, per esempio, si sono presentati proprio i Nas vestiti di tutto punto e nel pieno dei loro poteri. I Carabinieri hanno eseguito un controllo a campione per la verifica della documentazione presentata dalle famiglie ai fini dell’ammissione dei figli nella scuola.

Insomma un vero e proprio blitz contro i furbetti delle certificazioni. Che, diciamocelo chiaramente, esistono e sono sempre esistiti. I militari hanno chiesto gli incartamenti riguardanti le certificazioni, alla dirigente dell’Istituto, che prontamente ha reso disponibili gli incartamenti stessi. Immediatamente si è sparsa la voce fra le famiglie, non senza una certa preoccupazione. Se i controlli a campione, come probabile, verranno estesi in tutta Italia, si porrà con ancora maggiore forza il problema dell’obbligatorietà che non passa dalle autocertificazioni.

Vale a dire: l’attestazione dell’avvenuta vaccinazione possono farla i genitori stessi dei bambini? Anche considerando che pare essere dubbia la legittimità di autocertificazioni in tema sanitario. In ogni caso, qualora dovessero essere scoperti casi di falso, evidentemente si incorre in reati penali, con conseguenti eventuali condanne.

Ora, se l’eventuale certificazione falsa riguarda solamente e semplicemente la salute del singolo bambino, il reato sarebbe di portata minore; in effetti, però non si tratta della salute di un solo bambino, come noto. Il concetto che stenta a penetrare in maniera corretta nella mentalità di alcune famiglie è che le vaccinazioni, per quello che sono e per le loro finalità, sono per antonomasia un fatto di salute pubblica.

E la salute pubblica, oltre ad essere costituzionalmente protetta in maniera più che esplicita, è bene di molto superiore alla salute di un singolo bambino. Le vaccinazioni sono, nella stragrande maggioranza dei casi, preventive e servono proprio a impedire contagi e diffusioni di malattie ben determinate. A poco rilevano in tal senso i ragionamenti di chi dice che il figlio è sano, oppure che le vaccinazioni sono inutili o comunque dannose.

Si può disporre della propria salute nella misura in cui quella del singolo non entri in conflitto con la salute pubblica. Insomma, il concetto della propria libertà che trova il limite nella famosa e universale massima giuridica del neminem laedere, è perfettamente applicabile anche in questo caso. Per questi motivi, è lo Stato steso che deve approntare tutti gli strumenti affinché la salute pubblica sia tutelata.

In questo caso è sempre lo Stato che, seguendo metodologie e criteri rigorosamente scientifici, deve affidarsi a organismi nazionali e internazionali in grado di effettuare statistiche, campionamenti, controlli, tendenze, previsioni, sull’insorgenza di determinate malattie debellabili dal principio (o comunque controllabili) con apposite vaccinazioni. La logica dell’ognuno fa per sé o del sentito dire, in questo senso, non deve trovare alcuno spazio.

Posizioni antiscientifiche, frutto di improvvisazione, inesperienza o peggio, non devono trovare posto in una società civile, culturalmente moderna e che tenga in considerazione le posizioni e gli studi scientifici più avanzati.

Ecco che quindi, lo Stato stesso ha il compito precipuo di programmare, con raziocinio e logica, ma anche di controllare quando è il momento. I controlli operati dai Nas a Como possono essere il punto di partenza per una campagna di sensibilizzazione finalizzata comunque a una maggiore coscienza civile e a un maggior rispetto delle leggi.

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