Assegno di invalidità: quali requisiti per ottenerlo
Pensione di invalidita tutti i requisiti per ottenerla

La pensione di invalidità, o inabilità, è in pratica una prestazione previdenziale (anche reversibile) che viene erogata da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) nel momento in cui la capacità lavorativa di un soggetto è praticamente compromessa, nel caso di totale assenza di capacità lavorativa si parla di inabilità o invalidità pari al 100%, ma l’assegno di invalidità, che differisce dall’assegno di accompagnamento, può essere attribuito anche con percentuali inferiori, ma andiamo per passi.

L’Italia, a differenza di molti paesi del mondo, è uno stato sociale, la cui finalità principale è quella di cercare di ridurre le disuguaglianze sociali.

Lo Stato garantisce a tutti i cittadini livelli minimi di reddito e la soddisfazione di bisogni essenziali come l’alimentazione, la salute, l’istruzione, l’abitazione, la sicurezza sociale, cioè la soddisfazione di tutti quei bisogni che i cittadini economicamente e socialmente più deboli non potrebbero permettersi di acquistare a prezzi di mercato.

Un ruolo centrale ce l’ha l’assistenza sociale, che consiste nell’erogazione di prestazioni gratuite (servizi, somme di denaro) dirette a soddisfare fondamentali necessità personali e familiari dell’assistito, ma anche la previdenza sociale, che consiste nell’accantonare quote di reddito presente per far fronte al rischio di determinati eventi futuri e prevedibili (vecchiaia, invalidità, infortuni).

Nel 1898 la previdenza sociale muove i primi passi con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Si tratta di una associazione volontaria integrata da un contributo statale e da un contributo degli imprenditori. Nel 1919 diviene obbligatoria e coinvolge 12 milioni di lavoratori; essa assume la denominazione di Cassa nazionale per le assicurazioni sociali.

Successivi interventi del legislatore ampliarono in modo significativo i compiti dell’Istituto, cui già nel 1939 fu attribuita la gestione dei primi interventi a sostegno del reddito (assicurazione contro la disoccupazione, assegni familiari, integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o ad orario ridotto). Nel 1943 assunse la denominazione attuale di Istituto nazionale della previdenza sociale.

L’INPS come è strutturato oggi eroga diverse tipologie di prestazioni pensionistiche in base alla gestione o al fondo di appartenenza degli iscritti e ai requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legge.

La pensione anticipata e la pensione di vecchiaia sono prestazioni economiche erogate, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) e iscritti alla Gestione Separata in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi prescritti dalla legge.

La pensione di invalidità civile è invece, come chiarito anche dall’Inps sul suo sito ufficiale, una prestazione economica che consiste in un assegno mensile a beneficio dei cittadini che ne fanno richiesta tramite domanda, i quali sono affetti da patologie congenite o acquisite la cui gravità non consente loro di svolgere un’attività lavorativa e non ne permetta la propria indipendenza economica.

Il requisito necessario per ottenere questa pensione di è avere un’invalidità permanente con riduzione della capacità lavorativa non inferiore a due terzi (74%) e un minimo di 5 anni di contributi obbligatori di cui almeno 3 (12 trimestri) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.

È necessario inoltre avere un reddito annuo non superiore a una determinata cifra: si segnala che il limite di reddito annuo personale per invalidi totali, ciechi civili, sordi, per il 2018 è aumentato dello 0,8%, ed è di Euro 16.664,36 (nel 2017 era di Euro 16.532,10).

La domanda va fatta solo in modalità telematica. Per farlo occorre rivolgersi a Caf, Patronati o Associazioni di categoria, oppure registrarsi al sito dell’Inps ottenendo un Pin e una password.

Prima di presentare domanda, l’interessato deve rivolgersi ad un medico certificatore presente nell’elenco Inps medici certificatori invalidità civile, che a sua volta dovrà inviare all’Inps per via telematica la richiesta del riconoscimento di invalidità civile da parte del cittadino. Il medico poi rilascerà al richiedente la ricevuta di trasmissione.

Successivamente la Commissione Medica Asl inviterà il soggetto in sede al fine di effettuare accertamenti sanitari e rilasciare un verbale per accertare la patologia e la percentuale di invalidità.

La pensione di invalidità decorre dal 1° giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, salvo diverso accertamento medico. La pensione è corrisposta in 13 mensilità a rate bimestrali erogate entro la fine del primo mese del bimestre; la tredicesima mensilità è corrisposta nel mese di dicembre di ciascun anno.

La pensione d’invalidità civile nel 2018 aumenta da 279,47 euro mensili a 282,54 euro.

L’assegno vale fino a tre anni ed è rinnovabile su domanda del beneficiario, il quale viene pertanto sottoposto ad una nuova visita medico-legale. Inoltre, l’Inps ha il diritto di sottoporre a revisione (per motivi reddituali o sanitari) il beneficiario dell’assegno. Dopo due conferme consecutive, però, l’assegno diventa definitivo.

Una volta raggiunti i requisiti per il conseguimento della pensione di vecchiaia, l’assegno ordinario di invalidità viene trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia purché sia cessata l’attività di lavoro dipendente. Quindi, un lavoratore che raggiunge i 66 anni e 7 mesi e che possa far valere almeno 20 anni di contribuzione vedrà trasformare d’ufficio il suo assegno  in trattamento per vecchiaia.

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